Origini e diffusione del capo d’abbigliamento più utilizzato al mondo
La t-shirt ha varcato ormai la soglia dei cento anni e, a distanza di cosi tanto tempo, ha mutato forme e significati fino a diventare lo strumento di marketing che tutti conosciamo e di cui molte aziende si avvalgono oggi per dare visibilità al proprio brand. Ma la t-shirt nasce per tutt’altre motivazioni.
Venne utilizzata per la prima volta dai militari come capo intimo comodo, fresco e leggero, da portare al di sotto della divisa, durante la prima guerra mondiale. Quando i militari però toglievano la divisa rischiavano di essere intercettati dal nemico a causa della “lucentezza” che caratterizzava il capo (bianco) che indossavano. Cosi iniziarono a sporcarla, a tingerla e successivamente a portare questo indumento a casa, per utilizzarlo anche al di fuori del campo di battaglia.
Nel 1942 esce la prima copertina del magazine “Life” che ritrae un soldato americano in t-shirt armato di mitra. Un’immagine che inizia ad associare alla t-shirt un significato di grande appeal. Nel 1948 nasce la prima t-shirt come supporto per un messaggio politico durante la candidatura alle elezioni presidenziali americane di Thomas E.Dewey, imitato poi da molti altri (foto).
Negli anni ’50 viene indossata in molti film da attori famosi come Marlon Brando e James Dean veicolando cosi l’immagine di un capo cult, trendy e di grande appeal.
Ed ecco che a partire dagli anni ’60 diventa un mezzo d’espressione, veicolo pubblicitario e promozionale quando ad utilizzarla fu l’attuale Nike, allora chiamata Blue Ribbon Sports, per diffondere il proprio logo. Seguirono moltissimi altri marchi.
Diventata ormai un capo di moda immancabile, sappiamo bene che la t-shirt continua ancora oggi, in modi sempre più creativi e diversi dal passato, ad essere un supporto di comunicazione vincente per ogni azienda che voglia veicolare con successo l’immagine del proprio brand.
Perché si chiama t-shirt?
Quattro le versioni che attualmente spiegano l’origine della parola:
- t come “training shirt” (riferendosi all’uso della maglietta da parte dei militari durante l’allenamento)
- t come “tee” che deriva da “amputee” (ossia “amputato” dovuto al fatto che la t-shirt non possiede le maniche)
- t come la forma della stessa maglietta, una t stilizzata che disegna le spalle
- t come “teen” ossia giovane, proprio perché divenuta un indumento giovanile nonostante abbia sorpassato ormai il centenario e si appresti a divenire supercentenaria!