Con il termine Design si intende la progettazione di un oggetto che racchiuda i criteri della funzionalità, dell’estetica e della produzione industriale.
La nascita del Design si fa risalire alla Rivoluzione Industriale e al conseguente avvento della produzione meccanizzata, eventi che portarono alla nascita del cosiddetto prodotto industriale. Nello specifico al movimento artistico Arts and Crafts nato in Inghilterra nel XIX secolo, il quale determinò lo sviluppo delle arti applicate. Tale corrente di pensiero considerava il processo artistico-creativo non qualcosa di fine a sé stesso, ma un qualcosa che può essere applicato alla realizzazione di oggetti d’uso comuni. Trasportando così una delle caratteristiche principali della produzione artigianale a quella in serie.
Nel corso del XX secolo la progettazione dei prodotti industriali inizia a coniugare nello sviluppo del prodotto l’aspetto estetico, le funzioni d’uso e le caratteristiche costruttive. Iniziano così a fondersi filosofie progettuali moderne con i principi della produzione in serie. Punto di riferimento fondamentale per l’innovazione nel campo del Design e dell’innovazione legati al pensiero razionale e funzionale, è stata la scuola di Bauhaus che operò in Germania tra il 1919 e il 1933.
Soprattutto nel secondo dopoguerra i designers, spinti dalla voglia di ricominciare e di creare un futuro nuovo, hanno rivisitato il concetto di “abitare”, iniziando a progettare oggetti che hanno modificato il modo di organizzare e vivere gli spazi del quotidiano.
Ma cos’è il Design di un prodotto? Si tratta del risultato dell’analisi di tutte le caratteristiche progettuali che definiscono l’oggetto. Vengono studiati aspetti come l’ergonomia, l’usabilità, la pre-produzione, l’impatto ambientale, la dismissione, i costi, la scelta dei materiali e le loro proprietà.
Il design si pone dunque come obiettivo quello di realizzare un prodotto che sia coerente dal punto di vista del produttore e da quello dell’utente.
ALCUNE ICONE DEL DESIGN PRODOTTE NEL XX sec.
1. EGG CHAIR di Anne Jacobsen (1960)
Sedia progettata inizialmente per la Hall del Royal Hotel di Copenhagen. La sua particolarità è quella di fondere tutte le parti funzionali di una sedia (sedile, schienale e braccioli), creando un bozzolo protettivo che consente a chi visi siede di assumere numerose posizioni. Concepita con il fine ultimo di offrire momenti di relax.
2. PANTON CHAIR di Verner Panton (1960)
La Panton Chair è stata la prima sedia ad essere realizzata con un unico foglio di plastica durevole. La sua progettazione si pose come obiettivo quello di seguire l’anatomia del corpo. La sua forma particolare, ma essenziale al tempo stello e la possibilità di averla in diversi colori la rende adatta ad ambienti differenti.
3. SPREMIAGRUMI JUICY SALIF di Philippe Starck (1988)
Realizzato in alluminio pressofuso e lucidato, questo spremiagrumi è formato da un corpo centrale a forma di goccia rovesciata e da 3 gambe, la forma finale ricorda la fisionomia di un ragno. La sua caratteristica è l’assenza del contenitore per contenere il liquido, esso può essere sostituito direttamente dal bicchiere.
4. LAMPADA ECLISSE di Vico Magistretti (1965)
È uno dei prodotti industriali più rilevanti del XX secolo, nonché uno dei simboli del Design italiano nel mondo. La caratteristica della lampada è espressa già nel suo nome, essa infatti riproduce il fenomeno astronomico: è possibile oscurare, a proprio piacimento, la fonte di luce sovrappronendovi a scorrimento un corpo tondo e pieno, regolando così il flusso luminoso.
5. LAMPADA ARCO di Achille e Piergiacomo Castiglioni (1962)
Il progetto di questa lampada si inserisce nella corrente di pensiero Ready Made che giocava con il concetto della decontestualizzazione degli oggetti. La Lampada Arco consente di avere un punto luce “sospeso” sopra ilo luogo di interesse senza essere vincolati ad un sistema di illuminazione a sospensione, a differenza di questo può infatti essere trasportata.
6. CAVATAPPI ANNA G. di Alessandro Mendini (1994)
La particolarità di questo cavatappi è data dal fatto che rappresenta una figura femminile, col viso sorridente, il profilo slanciato ed un look divertente che richiama gli abiti veneziani. Tale fisionomia voleva essere un omaggio alla donna. Oggi è uno di quei cavatappi da collezione di cui vi abbiamo parlato qui.
7. MOKA BIALETTI di Alfonso Bialetti (1933)
Progettata nel 1933, la Moka di Bialetti ha modificato la tradizione italiana del caffè ed è oggi simbolo indiscusso del rituale del caffè e del made in Italy. Le sue forme si ispirano alla tradizione figurativa dell’Art Decò. Si tratta di un vero e proprio oggetto di design, basti pensare che il pratico beccuccio era stata pensato per una doppia funzionalità: versare la bevanda una volta pronta e diffondere l’aroma in tutta la casa, praticità ed estetica sensoriale che si incontrano in un oggetto da cucina.
8. MACCHINA DA SCRIVERE di Camillo Olivetti (1908)
L’iconica macchina da scrivere progettata da Camillo Olivetti. La prima versione risale agli inizi del Novecento, l’M1, ma fu con l’M20 che l’Olivetti riuscì a battere la concorrenza puntando sulla qualità del prodotto. Con il passaggio dell’azienda al figlio Adriano, l’Olivetti parte dalle macchine da scrivere per creare il proprio successo nel settore delle strumentazioni da ufficio (calcolatrici e fatturatrici) e dell’informatica (computer), divenendo l’importante realtà imprenditoriale che tutti conosciamo.
9. CALENDARIO PERPETUO TIMOR DANESE di Enzo Mari (1967)
Questo calendario possiede delle fascette in pvc apribili a ventaglio che consentono di “estrarre dal mazzo” giorno e numero del mese. Una delle peculiarità di quest’oggetto è il fatto che possiede le caratteristiche di componibilità, flessibilità, lavabilità e trasformabilità proprie della plastica che negli anni Sessanta costituiva un materiale di riferimento per i designer italiani. La plastica come portatrice di un’idea di libertà, di democrazia e di uguaglianza.